Progetto di Trattato sull’Unione europea
Progetto di Trattato sull’Unione europea
Progetto elaborato da Altiero Spinelli (v.), in seno al Club del coccodrillo (v.), e approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984, contenente proposte di un nuovo assetto istituzionale dell’Unione europea e di una precisa distribuzione di competenze tra l’Unione e gli Stati membri.
Il testo prevedeva un sistema di istituzioni, riflettente la struttura comunitaria e fondato su principi chiaramente definiti:
— impegno a rispettare e promuovere i valori umani propri della civiltà democratica;
— rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini;
— regola della sussidiarietà (v. Principio di sussidiarietà);
— riconoscimento esplicito della preminenza del diritto dell’Unione sul diritto degli Stati membri (v. Principio del primato del diritto comunitario);
— partecipazione effettiva dei cittadini dell’Unione e degli Stati membri alla formulazione delle decisioni;
— attuazione delle decisioni comuni a livello più vicino possibile ai cittadini, ma nel contesto di un potere generale di esecuzione e di controllo da parte delle competenti istituzioni dell’Unione.
Dal punto di vista istituzionale il progetto di Trattato delineava una vera e propria struttura confederale fornita di una cittadinanza propria (art. 3), di un proprio territorio (art. 5) e di una autonoma personalità giuridica (art. 6).
Per il perseguimento dei propri obiettivi l’Unione disponeva di due strumenti:
a) l’azione comune, cioè l’azione dell’Unione attraverso gli strumenti giuridici ed operativi previsti dal Trattato;
b) la cooperazione tra gli Stati attraverso il Consiglio europeo.
Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione costituivano i due rami dell’autorità legislativa, finanziaria e di controllo politico dell’Unione.
Nettamente distinto dal Consiglio dell’Unione restava il Consiglio europeo composto dai capi di Stato e di governo degli Stati membri e dal Presidente della Commissione, cui spettava essenzialmente il compito di sviluppare il metodo della cooperazione e di decidere, sulla base del principio di sussidiarietà, eventuali trasferimenti di materie soggette alla cooperazione o al metodo dell’azione comune. Esso aveva anche diritto a proporre il Presidente della Commissione, che doveva però chiedere l’investitura al Parlamento.
Dalla lettura del progetto si evinceva chiaramente che scopo di esso non era quello di rivoluzionare o cambiare in toto i Trattati di Roma ma di fornire ad essi un “indirizzo” in alcuni campi, come in materia di difesa o di politica estera, che rimanevano sostanzialmente esclusi dall’intervento della Comunità (BALLARINO).
Il Progetto di Trattato sull’Unione europea non ricevette l’accoglienza sperata del Parlamento europeo: ignorato dal Consiglio di Fontaine-bleau del giugno 1984, cadde nell’addio.
È, tuttavia, da sottolineare come molte delle proposte avanzate dal Progetto Spinelli furono successivamente accolte nel Trattato di Maastricht (v.), a cominciare dal nome attribuito al nuovo Trattato.
Progetto elaborato da Altiero Spinelli (v.), in seno al Club del coccodrillo (v.), e approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984, contenente proposte di un nuovo assetto istituzionale dell’Unione europea e di una precisa distribuzione di competenze tra l’Unione e gli Stati membri.
Il testo prevedeva un sistema di istituzioni, riflettente la struttura comunitaria e fondato su principi chiaramente definiti:
— impegno a rispettare e promuovere i valori umani propri della civiltà democratica;
— rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini;
— regola della sussidiarietà (v. Principio di sussidiarietà);
— riconoscimento esplicito della preminenza del diritto dell’Unione sul diritto degli Stati membri (v. Principio del primato del diritto comunitario);
— partecipazione effettiva dei cittadini dell’Unione e degli Stati membri alla formulazione delle decisioni;
— attuazione delle decisioni comuni a livello più vicino possibile ai cittadini, ma nel contesto di un potere generale di esecuzione e di controllo da parte delle competenti istituzioni dell’Unione.
Dal punto di vista istituzionale il progetto di Trattato delineava una vera e propria struttura confederale fornita di una cittadinanza propria (art. 3), di un proprio territorio (art. 5) e di una autonoma personalità giuridica (art. 6).
Per il perseguimento dei propri obiettivi l’Unione disponeva di due strumenti:
a) l’azione comune, cioè l’azione dell’Unione attraverso gli strumenti giuridici ed operativi previsti dal Trattato;
b) la cooperazione tra gli Stati attraverso il Consiglio europeo.
Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione costituivano i due rami dell’autorità legislativa, finanziaria e di controllo politico dell’Unione.
Nettamente distinto dal Consiglio dell’Unione restava il Consiglio europeo composto dai capi di Stato e di governo degli Stati membri e dal Presidente della Commissione, cui spettava essenzialmente il compito di sviluppare il metodo della cooperazione e di decidere, sulla base del principio di sussidiarietà, eventuali trasferimenti di materie soggette alla cooperazione o al metodo dell’azione comune. Esso aveva anche diritto a proporre il Presidente della Commissione, che doveva però chiedere l’investitura al Parlamento.
Dalla lettura del progetto si evinceva chiaramente che scopo di esso non era quello di rivoluzionare o cambiare in toto i Trattati di Roma ma di fornire ad essi un “indirizzo” in alcuni campi, come in materia di difesa o di politica estera, che rimanevano sostanzialmente esclusi dall’intervento della Comunità (BALLARINO).
Il Progetto di Trattato sull’Unione europea non ricevette l’accoglienza sperata del Parlamento europeo: ignorato dal Consiglio di Fontaine-bleau del giugno 1984, cadde nell’addio.
È, tuttavia, da sottolineare come molte delle proposte avanzate dal Progetto Spinelli furono successivamente accolte nel Trattato di Maastricht (v.), a cominciare dal nome attribuito al nuovo Trattato.